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Sandburg, Carl.

Poeta statunitense. Figlio di operai immigrati dalla Svezia, interruppe gli studi ancora adolescente e nel 1898 partecipò come soldato volontario alla guerra tra Stati Uniti e Spagna per il possesso di Puerto Rico. Assecondando la sua vocazione poetica iniziò a collaborare alla rivista “Poetry”, fondata da H. Monroe e manifesto della rinascita della poesia americana; il suo esordio avvenne nel 1904, con il volume di liriche Nell'estasi sfrenata. Ripresi gli studi e laureatosi nel 1902, S. intraprese l'attività giornalistica come inviato speciale; nel 1910 pubblicò la sua seconda raccolta di versi, Joseffy. Nel 1914 fu la volta della raccolta Poesie di Chicago, serie di componimenti in verso libero: l'opera gli ottenne il definitivo riconoscimento e lo consacrò cantore della città nell'era industriale. Seguirono quindi altre raccolte di liriche, accomunate dal costante appello ai principi della solidarietà democratica, dal vigore delle immagini e dalla singolarità dello stile, dal linguaggio sperimentale e dall'andamento discorsivo. Fra esse meritano di essere ricordate: Fumo e acciaio (1920), Poesie (1926), Buon giorno America (1928), La gente, (1936). Al 1950 risale la pubblicazione della raccolta completa Tutte le poesie. S. fu anche autore di numerose pubblicazioni per l'infanzia (Storie di Rootabaga, 1922; I piccioni di Rootabaga, 1923) e di una monumentale biografia del presidente statunitense A. Lincoln in più volumi (Gli anni della prateria, 1926; Gli anni della guerra, 1939), nella quale la storia della Nazione è interpretata da S. alla luce dei principi democratico-populisti che sottendono anche le sue poesie. Appassionato studioso delle tradizioni folcloristiche, raccolse le canzoni popolari d'America (1927) e le interpretò talvolta egli stesso, accompagnandosi con la chitarra. La sua poesia, sulla quale influì la lezione di W. Whitman, si inquadra nel forte realismo della scuola di Chicago (Galesburg, Illinois 1878 - Flat Rock, Carolina del Nord 1967).